THE TRUTH ABOUT POP [N.3] : LA VERITA’ DIETRO IL CONCETTO DI “ARTPOP” DI LADY GAGA (CHE SI è FATTA VOMITARE ADDOSSO IN UN CONCERTO)
In “THE TRUTH ABOUT POP” uno sguardo CRUDO attraverso le novità più fresche del pop world più di rilievo. Nuovi video che fanno discutere, testi di canzoni dubbi, successi inspiegabili ed insuccessi inspiegabili, flop annunciati e flop veritieri e flop che non dovrebbero essere flop. La colonna dove esprimerò, SENZA CENSURA, il mio punto di vista.
Lady Gaga può piacere o non piacere , ma è sicuramente la più grande popstar ( nuova leva ) dell’ultima decade.
Ha debuttato nel 2008 con un brano dance dal gustro retrò , “Just Dance” , e un album in linea con quel brano , “The Fame” , e ( assieme alla sua ristampa “The Fame Monster” – 8 brani in più -) ha venduto oltre 15 milioni di copie nel mondo. Già da allora tutti avevamo capito che eravamo di fronte ad una nuova popstar che avrebbe lasciato il segno. E non si parla di un segno lasciato dal “solo” numero di dischi venduti , ma dall’ “Aura” ( tra l’altro titolo di uno dei suoi ultimi brani ) che le sta attorno , da tutto il suo background. Abiti, modo di parlare, testi e modo di scrivere, sound, produzione , lotta per i diritti umani. Tutto.
Nel Novembre 2013 , dopo oltre due anni dal secondo disco ( “Born This Way” , oltre 6.5 milioni di copie vendute ) , esce “ARTPOP” , probabilmente l’album più atteso e chiacchierato del 2013. Il FATTACCIO – GAGA.
Il disco nasce e arriva già pieno di pregiudizi . Una cantante del suo calibro e del suo estro , della sua peculiarità , “che cosa potrà mai ancora inventarsi?”. Sin da subito i critici e molti ex ammiratori della cantante hanno iniziato a chiedersi se non stesse perdendo colpi ( parte del Born this Way Ball tour è stata cancellata per problemi fisici in seguito a un infortunio e la stessa uscita di ARTPOP è slittata di qualche mese , sempre per problemi vari) . Essi si sono anche chiesti se questo titolo autocelebrativo e autoreferente “ARTPOP” ( gioco di parole con POP ART ) non fosse una sfida un po’ troppo rischiosa per un’artista che , dopo tutto, è nell’Olimpo della pop music da “soli” 5 anni. Per altri , invece, le domande sono state affermazioni : “Lady Gaga chi si crede di essere?” – “Lady Gaga fa canzonette e pretende di fare ARTE?”.
Insomma , “ARTPOP” ha portato con sé un mare di polemiche che certo non sono terminate alla sua uscita. Il disco arriva comunque al #1 nei principali market mondiali ( UK, USA ecc ) e in 4 mesi dalla sua uscita ha comunque superato le 2,3 milioni di copie vendute ( che sono un GRAN NUMERO per la discografia moderna ) ; ma per le principali testate e la gente che la seguiva o gli haters il disco è stato comunque etichettato come FLOP.
Senza andare ad addentrarsi nell’analisi delle sue vendite discografiche, dei singoli e di cazzi e mazzi , parliamo di “ARTPOP” e di cosa , veramente, Lady Gaga volesse dirci con questo disco.
La selezione di pezzi scelti per la sua composizione è decisamente audace , variegata , dal sound millimetricamente curato e con testi degni di questo nome , ma la promozione è stata alquanto una merda. Il fatto di aver avuto numerosi problemi ( anche ) in questo frangente di certo non ha aiutato le polemiche continue sulla fattura e il tema centrale dell’album , e soprattutto sul valore di questo neologismo Gaghiano ( ARTPOP , appunto ). Gaga, vero nome Stefani Germanotta, tanto per annoverarne un paio, ha annunciato video che non si sono mai visti de striscio ( “Venus” , “Do What U Want” … ALMENO…Entrambi saltati ) e al recentissimo “SXSW Festival” ad Austin SI è anche FATTA VOMITARE ADDOSSO in una performance art , cosi definita da lei (sia in tono serio che , più tardi, autoironico). I video saltano perché l’etichetta discografica dà troppo poco tempo per la loro realizzazione e Gaga non intende forzare la sua creatività e preferisce annullarli e si fa vomitare addosso perché ogni atto spontaneo o di pura ribellione è da applaudire e da ricercare ; nella fattispecie il vomito è un vomitare rabbia , sentimenti contrastanti , libertà.
Questa è Lady Gaga. Una perfezionista un po’ fatta che preferisce vendere meno copie non realizzando videoclip ( che si sa quanto alzino le vendite dei singoli e dei dischi ) e che , invece, nei Festival si scatena come una pazza scatenata , sporca di vomito semi-glitter di protesta contro l’ INDUSTRIA POP MUSIC , e chiede alla gente di fare meno foto/meno video coi propri cellulari e di godersi di più il momento , che quando saranno morti a nessuno importerà di cos’hanno twittato , ma cosa ricorderanno , l’emozione della musica e di un evento a cui hanno partecipato , le persone che hanno amato o che hanno avuto al loro fianco in quel momento.
“ARTPOP” , come recita la title track , “could mean anything” potrebbe non essere nulla nella mente di chi non ha una sua idea di arte personale e non ricavata dal sapere comune , una propria personalità o , semplicemente, le facoltà per apprezzare un atto libero ed anche anti-democratico ; ma più di tutti è la celebrazione della creatività intesa essa stessa come “ARTE” , a prescindere dal fatto che il risultato sia percepito come artistico o cagata epica.
“ARTPOP” (il concetto , più che l’album in sè ) è la versione musicale della famigerata “tela squarciata” di Lucio Fontana : chi và al di là dello squarcio fisico sulla tela arriva a pensare a tutto quello che ci può/potrebbe essere alla base del concetto che ha spinto l’artista a consegnare un quadro del genere e definirlo ARTE . Nello stesso modo l’ascoltatore di Lady Gaga , non solo delle sue canzoni ma anche dei suoi speech pubblici nelle interviste o fra un pezzo e l’altro nei suoi concerti , prende questo set di 15 pezzi ( notevoli ) e li fa propri cercando di risalire alla loro vera essenza.
Chi vuole farlo può sicuramente cogliere il fascino di questo squarcio nella pop music , chi non è ben disposto continuerà ad osservare Lady Gaga e la sua ARTPOP come un macellaio osserva un obeso drogato di anfetamine che gli punta una pistola in faccia e pretende tutti gli affettati del suo negozio.
Io sono tra i fan degli squarci della vita , dei momenti di rottura, delle cesure , dei tentativi di uscire dal classico e osare. Che sia atto di “personaggio inventato” , atto completamente spontaneo , arte del niente o una vomitata metaforica , il plauso per me va allo spirito di creazione e allo sforzo d’individualità , in un mondo dove è invece la POP ART , delle figure in serie e del copiarsi a vicenda , a regnare indisturbata.
PS: SAPPIATE CHE IL 22 MARZO USCIRA’ IL SUO NUOVO , ATTESISSIMO, VIDEOCLIP. FINALMENTE.
Ora datemi la vostra opinione
Yours,
Ginger ❤
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